Versione greco


Incerto sulla decisione da prendere, pensò bene di interrogare gli dèi. Presentate due vittime, le sacrificò a Zeus re, che era appunto la divinità cui doveva rivolgersi, secondo il vaticinio di Delfi. Era convinto che proprio da Zeus re venisse il sogno apparsogli al tempo in cui, per la prima volta, condivise le responsabilità per la guida dell'esercito. 23 E si ricordava anche dell'aquila che, al momento della sua partenza da Efeso per unirsi alla spedizione di Ciro, aveva emesso uno strido, da destra, posandosi però a terra. L'indovino che lo accompagnava gli aveva detto che era un segno portentoso, non riguardante la sua vita privata, un presagio foriero di gloria, ma anche di sventura, dal momento che, per lo più, gli altri uccelli attaccano l'aquila quando si posa a terra. Comunque, il presagio non riguardava il lato economico, perché l'aquila di solito si procura il cibo in volo. 24 Così, quando Senofonte celebrò il sacrificio, il dio manifestò con chiarezza che non doveva né aspirare al comando né accettarlo in caso di elezione. E così fu.

Nessun commento: